Il film della settimana: «Il gusto delle cose», la recensione e dove vederlo | Corriere.it

Il film della settimana: «Il gusto delle cose», la recensione e dove vederlo

diMarco Luceri

Il nuovo film del francese-vietnamita Tran Anh Hung tra amore, erotismo e piatti gourmet

Guardando «Il gusto delle cose» viene un po’ in mente quel «cinéma de papà» contro cui negli anni Cinquanta si scagliavano con veemenza i «giovani turchi» della Nouvelle Vague. Questo per dire che il nuovo film del regista francese (di origini vietnamite) Tran Anh Hung di quel cinema conserva la fattura artigianale, la narrazione classica, la trasparenza visiva, il décor ricostruito nei minimi dettagli, l’ambientazione ben definita e circoscritta e, naturalmente, la presenza delle star, nel nostro caso Juliette Binoche e Benoît Magimel.

Siamo nel 1885. L’impeccabile cuoca Eugénie lavora da oltre vent’anni per il famoso gastronomo Dodin. Il loro sodalizio dà vita a piatti, uno più delizioso dell'altro, che stupiscono anche gli chef più illustri del mondo. Con il passare del tempo la pratica della cultura gastronomica e l'ammirazione reciproca si sono trasformate in una relazione sentimentale. Eugenie, però, è affezionata alla sua libertà e non ha mai voluto sposare Dodin. Così lui decide di fare qualcosa che non ha mai fatto prima: cucinare per lei.

Com’è facilmente intuibile, «Il gusto delle cose» (Premio per la Miglior Regia all’ultimo Festival di Cannes) è un film di odori e sapori, di tavole imbandite, di lunghi rituali culinari, di pentole che fumano: un impasto sensoriale che trova il suo corrispettivo nell’alchimia sentimentale ed erotica che sprigionano i corpi dei due personaggi principali, due figure da pittura impressionista incastonate in un’oleografica e cangiante campagna francese.

È soprattutto alle performance di Binoche e Magimel che il film deve il suo (unico?) motivo d’interesse e cioè nella capacità dei due grandi attori di non spezzare mai quella tensione emotiva che tiene insieme le loro due anime, segnate da un coacervo di passioni costantemente in movimento. Sul piano espressivo è il loro reciproco lavoro sul corpo, sui movimenti delle mani, finanche sulle pulsazioni respiratorie a dare la vera sostanza a un film che mette in scena proprio questo: la capacità di condividere. Dopo molti film culinari dal «formato Master Chef», in cui è la competizione a muovere tutto, «Il gusto delle cose» quanto meno va controcorrente.

Regia: Tran Anh Hung; Interpreti: Juliette Binoche, Benoît Magimel; Sceneggiatura: Tran Anh Hung; Fotografia: Jonathan Ricquebourg; Montaggio: Mario Battistel; Scenografia: Toma Baqueni; Distribuzione: Lucky Red. Francia, 2023, 134’.

A Firenze è in questa sala: Flora.

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10 maggio 2024 ( modifica il 10 maggio 2024 | 16:08)