La serie: Dark Matter, del 2024. Creata da: Blake Crouch. Cast: Joel Edgerton, Jennifer Connelly, Alice Braga Genere: Mistero, fantascienza. Durata: 50 minuti/9 episodi. Dove l’abbiamo visto: Su Apple Tv+.
Trama: Jason Dessem è un professore di fisica che ha perso la sua unica grande opportunità di raggiungere il successo. Un giorno si ritrova catapultato in una realtà parallela in cui le cose sono andate per il verso giusto. In gioco, però, potrebbe esserci la vita di tutti coloro che ama.
A chi è consigliato? Agli amanti del mistero e dei thriller a tinte sci-fi.
Da Foundation a Invasion, e da Silo a Scissione, passando anche per Constellation, For all Mankind e Sugar, negli ultimi anni la piattaforma Apple Tv+ si è progressivamente trasformata nella patria della fantascienza sul piccolo schermo. Le potenzialità narrative del macro genere sci-fi, del resto, sono davvero immense, tra alieni, viaggi spaziali, universi paralleli e sinistre distopie (politiche, come in Silo, o economiche, come in Scissione).
In questa recensione di Dark Matter – titolo omonimo ma del tutto slegato dalla bella serie di Joseph Mallozzi e Paul Mullie andata in onda su SyFy dal 2015 al 2017 – esploreremo un nuovo capitolo di questo filone targato Apple Tv+: un telefilm che, pur prendendo le mosse da una premessa fantascientifica, tiene in realtà i piedi ben piantati a terra, e fa incontrare thriller e mistero.
Come nel caso della stragrande maggioranza dei titoli Apple Tv+, si tratta di un adattamento letterario, questa volta con una curiosa peculiarità: lo scrittore del romanzo Blake Crouch è anche lo showrunner della serie, per cui possiamo parlare di un vero e proprio “adattamento d’autore”.
Ma com’è – e di cosa parla – questo Dark Matter?
Molto di più della “solita” trama sul multiverso!
Anni fa, Jason Dessem ha scelto di creare una famiglia con sua moglie Daniela e ha rinunciato alla carriera da ricercatore: è un buon padre per suo figlio Charlie, insegna fisica agli svogliati studenti dell’università, ma non riesce a non provare un pizzico di amarezza per il suo ex amico Ryan che, dopo aver proseguito le loro ricerche, si è aggiudicato il prestigioso premio Pavia e si sta accingendo a diventare un imprenditore di fama mondiale nel campo delle neurotecnologie.
Una sera, Jason viene rapito e drogato da un uomo mascherato. Al suo risveglio, tutto è cambiato: ora è una figura di spicco dell’avveniristico polo di ricerca Velocity, guidato dallo spregiudicato Leighton Vance.
È lui ad aver vinto il premio Pavia, ma di sua moglie e suo figlio non c’è più alcuna traccia: al suo fianco c’è soltanto la sua assistente Amanda, con cui condivide un rapporto superficiale.
In questa realtà alternativa, Jason ha anteposto la carriera all’amore, e tutto si è evoluto di conseguenza.
Nel frattempo, un suo alter ego sta cercando di sostituirsi a lui nella sua vita di buon padre di famiglia e di rubare la sua esistenza senza dare nell’occhio. Avete presente la famosa teoria del gatto di Schrödinger, che risulta contemporaneamente sia vivo che morto fintanto che si trova in una scatola isolata dal mondo esterno?
In qualche modo, “Jason-2” sembra aver trovato il modo di costruire per davvero quella scatola, con cui può esplorare le strade che in passato ha scelto di non percorrere. Non fatevi ingannare dalla premessa, però: con il passare degli episodi, questa storia si rivelerà molto più umana, intensa e autentica dei molti (troppi?) racconti sul multiverso che di questi tempi affollano il piccolo e il grande schermo…
Joel Edgerton è superlativo
Se Dark Matter riesce a distinguersi dalle molte altre storie contemporanee (fumettistiche e non) che esplorano il multiverso e la teoria dei mondi paralleli, gran parte del merito va al suo protagonista Joel Edgerton. La star australiana di Warrior, The Green Knight e Master Gardener – scoperta e lanciata da George Lucas come interprete dello zio Owen nei prequel di Star Wars – sembra qui trovare la sua dimensione ideale, e ci regala una prova intensa, genuina e drammatica nei panni dei due alter ego del protagonista.
Nel delineare “Jason-1” e “Jason-2”, Edgerton riesce a tratteggiare quello che è e resta un unico personaggio, solido e convincente, senza mai cedere alla tentazione di esagerare le differenze, deformare i lineamenti psicologici o delineare due profili caricaturalmente antitetici: i suoi due Jason sono a tutti gli effetti la stessa persona, benché passata attraverso circostanze molto diverse. Oltre a brillare per profondità e buona caratterizzazione, il personaggio di Edgerton riesce a catturare l’essenza del multiverso grazie a un attento lavoro sulle microespressioni e sui dettagli posturali sottolineati dalla cinepresa.
A completare l’opera contribuisce un cast di comprimari d’eccezione formato – tra gli altri – da Jennifer Connelly, Alice Braga, e Jimmy Simpson: il risultato è un racconto profondo, tridimensionale e saldamente ancorato ai suoi personaggi.
Piedi per terra
A differenza della stragrande maggioranza delle serie di fantascienza, Dark Matter non pone al centro della narrazione scenari suggestivi, ipotesi avveniristiche e mondi da esplorare.
Ad essere onesti, la componente “teorica” che sta alla base di Dark Matter è anzi la parte più semplice, e tutto sommato già vista (ancorché non scontata), del quadro di insieme.
A rendere originale e particolarmente degna di interesse la nuova serie è semmai la scelta di porre l’attenzione sui personaggi e sulla loro umanità, a cui si accompagna la volontà di evitare a ogni costo accelerazioni e brusche “fughe in avanti” che mal si concilierebbero con la credibilità del racconto. Quella di Dark Matter è una fantascienza-thriller con i piedi per terra, che sfida l’intelligenza dello spettatore e premia l’attenzione ai dettagli, procedendo sempre con il giusto passo: nel corso dei nove episodi, le informazioni vengono volutamente centellinate dallo scrittore-showrunner Blake Crouch, che riesce a far valere il suo innegabile talento di narratore anche dietro la macchina da presa.
Anche il comparto tecnico, come quasi sempre accade su Apple Tv+, è di alto profilo, e contribuisce ad arricchire il catalogo della piattaforma con l’ennesima serie di alta qualità.
La recensione in breve
Dark Matter utilizza con parsimonia il linguaggio della fantascienza per delineare un multiverso finalmente "a misura d'uomo": anche grazie a uno strepitoso Joel Edgerton, lo scrittore-regista Blake Crouch ci regala una storia solida e avvincente.
Pro
- Una narrazione intelligente e ricca di emozioni
- Personaggi tridimensionali e ben caratterizzati
- La spettacolare performance di Joel Edgerton
Contro
- Lo spunto di partenza non è particolarmente originale
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Voto CinemaSerieTv